Prospettive cliniche nella dipendenza e nella tossicodipendenza
Un libro atteso da tempo sulla dipendenza e tossicodipendenza finalmente nelle librerie.
Avere nuove prospettive cliniche nella dipendenza e nella tossicodipendenza non è un’impresa semplice. La letteratura si è sempre più mossa e quasi cristallizzata su modelli cognitivi, sistemici e pedagogici. Abbiamo visto un passaggio epocale che ha interessato la dismissione dell’etichetta Borderline, applicata quasi indistintamente a tutti i pazienti che abusavano di sostanze e che oggi abusano di condotte, con la dicitura “Doppia Diagnosi” che sta a indicare la possibilità di una comorbidità tra tossicodipendenza e un parallelo disturbo della personalità. Personalmente ritengo, alla luce della lunga esperienza maturata nella direzione di un Centro per Tossicodipendenti, che parlare di doppia diagnosi è un po’ come affermare che il cielo è azzurro ma a volte anche grigio. Il punto è che troppo spesso noi, gli addetti ai lavori, non sapevamo, e non sappiamo che “pesci prendere” di fronte a queste “amanti”, condotte o sostanze che siano, e quindi paranoicamente gli attribuivamo nomi di fantasia (Borderline o Doppia Diagnosi).
Jung prima e poi Hillman ci hanno indicato una via: ripartire dagli archetipi e dall’ontologia. L’ontologia della dipendenza ci conduce a riconoscerne il valore evolutivo, il valore di protezione, osservando solo nell’inflazione di dipendenza un aspetto poco funzionale. In ottica archetipica la dipendenza è un’immaginario tra i tanti e non va eliminato ma accolto e coordinato con gli altri. Oggi l’immaginario del dipendere raccoglie al suo interno una molteplicità di immaginari, l’eroe dell’eroinomane, il guerriero del cocainomane, l’oracolo del gambler ecc., In questo testo si propone una letteratura squisitamente psicodinamica della dipendenza partendo dalla Psicologia Analitica inaugurata da JUNG fino a quella Archetipica proseguita da Hillman. Ho avuto il piacere di collaborare al testo con il capitolo sui mitemi nella dipendenza e con quello sulla revisione in chiave archetipica dello studio sperimentale che avevo condotto durante il mio dottorato. Ho trovato nei contributi di colleghi molto capaci la bellezza di un testo che risulta molto completo.
Grazie ai contributi della Dott.ssa Paris e della Dott.ssa Buzzetti, ma soprattutto del Prof. V. Perilli, il libro si pone anche come testo introduttivo alla psicologia archetipica e raggiunge, quindi, un doppio obiettivo: da una parte rivisitare il tema della dipendenza in chiave archetipica,dall’altra porsi come pionieristico tentativo di introdurre alla psicologia hillmaniana condensandone i contenuti fondamentali in forma manualistica. Come la monumentale prolificità di Jung ha richiesto la sintesi manualistica di studiosi che ne rendessero condivisibile il pensiero, altrettanto esige oggi l’opera di Hillman e questo testo si pone proprio in questa direzione.
Questo è un testo poetico e epico che se letto nel giusto modo da strumenti innovativi nell’approccio alla dipendenza, poliedrica condotta figlia dei nostri tempi, condotta tipica del fanciullo, del puer che vuole dipendere e non vuole crescere. Dipendenza che come un caleidoscopio moltiplica le su forme per legalizzarsi e divenire strumento di chi rinvia la crescita, il passaggio da una fase di vita a un’altra. Ecco che ognuno potrà restare fanciullo scegliendo il gusto del suo dipendere: Eroina, Cocaina, alcol, cannabis, internet, social network, shopping, sesso, overload information, sport ecc. Una Grande Madre che un tempo proteggeva, nutriva e ancorava a Terra, oggi è divenuta troppo divorante. Questa frase che fa riferimento all’archetipo della Madre ci indica come oggi siamo troppo pronti ad accogliere ogni nostro pensiero, condotta o emozione. Oggi psicologizziamo tutto e non castriamo nulla e mamma droga spadroneggia amorevole fin quando capiamo che è Matrigna.
Fornire dei riferimenti mitologici parlando di sostanze consente sia al tecnico sia al non addetto ai lavori di avere una indicazione chiara dell’origine della dipendenza, del decorso e del suo scopo e punto d’arrivo…
A cura della Prof. ssa A. Paris psicoterapeuta a orientamento junghiano archetipico il testo ha trovato la collaborazione di esperti psicologi anche operanti nei contesti comunitari delle tossicodipendenze, tra cui: Prof. V. Perilli, Dott.ssa Guia Buzzetti, Dott. R. Brignoli, Dott.ssa A. Ianni, Dott. L. Urbano Blasetti, Dott.ssa Olimpia Paris, Dott.ssa S. Donfrancesco, Dott.ssa Erica Marchione, Dott.sa M.C. Scaccia. Dott.ssa A. Bettini, Dott.ssa I.Taraborrelli, Dott.ssa D. Balducci.